Palazzo Adriano (Pa)

CENNI STORICI: Palazzo Adriano costituisce il cuore della Valle del Sosio. “La comunità palazzese è rappresentata da due entità che, per comodità, definiamo latina e greco albanese: quest’ultima distinzione a motivo dei riti liturgici delle rispettive chiese. Nonostante le due comunità abbiano vissuto insieme per diversi secoli, ciascuna di esse ha sempre considerato l’altra “diversa” per tradizioni, lingua e cultura. Ciò provoca continue situazioni di conflitto tra le due chiese. Un autorevole studio del Prof. Francesco Giunta, “Sulle origini di Palazzo Adriano” chiarisce la diatriba riguardo le origini della città. Lo studioso arriva a sostenere “che nel casale di Palazzo Adriano non esistevano, al momento della venuta dei Greco-Albanesi, insediamenti di alcun genere. Mons. Alessi fu il primo ad organizzare le prime leghe bianche, durante le lotte contadine dei Fasci siciliani.

Palazzo Adriano, con la sua “scuola dei gabelloti”, insieme a Corleone e Lercara Friddi, sarà protagonista durante i Fasci siciliani di giornate di lotta per il riconoscimento dei diritti dei lavoratori. Palazzo Adriano è ricordata anche per la rivolta sociale avvenuta successivamente al secondo conflitto mondiale quando si accese la protesta per la soppressione del latifondo. L’idea era quella di istituire una repubblica palazzese. E, se non ci furono conseguenze tragiche, ciò si deve all’opera del sacerdote Giuseppe Pizzitola, che con l’Ostensorio si frappose tra le due parti in lotta (25.01.1945), riuscendo a ristabilire l’ordine.

SUPERFICIE: Km2.129

DISTANZA DAL CAPOLUOGO: Km 91

ABITANTI: 3.000 (Palazzesi)

MUNICIPIO: P. Umberto I 46; Tel 0918348056; Fax 0918348731;

DA VISITARE A PALAZZO ADRIANO:

  • Castello, è ubicato sul colle di S. Nicola (XIV secolo) addossato ad un torrione di epoca federiciana (1230); nei primi due decenni del XIX secolo il castello fu adibito a residenza reale, nel corso dei rapporti che Ferdinando IV intrattenne con i palazzesi durante le sue battute di caccia. Il castello si compone di due cortili, scuderia, magazzini, carceri, sale e cappella. Gli ultimi ad utilizzare la struttura furono i Borboni. Data l’importanza storica dei fatti svoltosi attorno al castello, nei secoli, i suoi ruderi sono stati dichiarati monumento nazionale.
  • Piazza Umberto I
    Si hanno notizie della piazza pubblica già nella seconda metà del 1500; un immenso slargo di una bellezza singolare, tanto da entusiasmare il regista Giuseppe Tornatore ad allestire la scenografia del suo capolavoro “Nuovo Cinema Paradiso”, premiato con un Oscar (1991). La piazza costituisce il cuore del paese. In essa le persone si ritrovano in attesa delle messe o per passeggiare. Singolarissimo è il selciato, interamente conservato in pietra, con decorazioni fantasiose.
  • Vicoli e archi
    A ridosso della chiesa latina si dipartono alcuni vicoli e archi che sono altamente suggestivi, e consentono di raggiungere punti opposti della cittadina. L’assetto urbanistico risente della cultura albanese nella sua omogenea struttura fatta di case basse, raggruppate a formare piccoli rioni detti Ghitoni, la cui funzione non è soltanto topografica di difesa, ma consente l’intreccio di rapporti di solidarietà tra leGjitonia (vicinato).
  • Fontana Ottogonale
    Posta nella piazza principale del paese risale al 1608. E’ caratterizzata da una forma ottagonale; oltre a dissetare per secoli la sua popolazione, con le sue lapidi testimonia il ricordo delle amministrazioni e l’assetto democratico di cui la città si è sempre contraddistinta.
  • Chiesa Maria SS. Assunta
    Appartiene al rito greco-bizantino, fu costruita nel 1532 ed ampliata nel 1770; pare che sia una delle chiese più grandi e più ricche tra le bizantine della Sicilia e della Calabria. Costituisce il Pantheon della comunità albanese. Il tempio è a tre navate decorate con stucchi dorati. Mostra nel prospetto principale e laterale due livelli diversi; il primo in pietra squadrata ha un elegante sopraportale e la scalinata in pietra, il secondo più povero, è in pietra di malta. La scala laterale è in conci di tufo, pare, per permettere al re Ferdinando IV Borbone di arrivare a cavallo fino all’ingresso della chiesa. Nella facciata laterale sono posti due orologi solari del 1793. Nel tempio è custodita anche una vara portata in processione per il SS. Crocifisso in legno pregiato decorato e rivestito in lamine d’oro, scolpita dal celebre Marabitti nel 1639. Vi si trovano dieci tele eseguite tra il 1835 e il 1869 da Patania, Di Giovanni, Carta e Bagnasco, raffiguranti: S. Marco Evangelista, S. Atanasio, S. Giovanni Crisostomo, S. Nicola, S. Antonio abate e le anime Sante. Dall’abside domina il tempio un grande dipinto (m. 3,24 x m. 2,20) raffigurante Maria SS. Assunta, eseguito nel 1766 da Carlo Marsigli. La chiesa possiede artistici paramenti e pregevoli suppellettili sacri. Fiore all’occhiello della Chiesa Madre è il meraviglioso coro polifonico che canta fedelmente brani in lingua Greco-Albanese.
  • Chiesa di S. Nicola
    Venne costruita nel 1520 dai profughi albanesi sotto il titolo di S. Marco e S. Nicolò. Col passare del tempo ha perduto l’antica dominazione e oggi viene chiamata S. Nicolò. La facciata è di stile tardo medievale: tetto a campana, campanile e rosone centrale. La volta è stata interamente affrescata da Francesco Lo Cascio da Chiusa. L’interno è adorno di stucchi di notevole fattura ed è caratterizzato da una navata a botte. Addossati alle pareti si trovano gli apostoli lavorati in gesso. Nell’abside si conserva in una apposita custodia un meraviglioso Crocifisso, portato, secondo una pia tradizione dai profughi albanesi dalla penisola balcanica. Il Crocifisso è posto in una “vara” di legno dorato magistralmente scolpita dallo scultore Benedetto Marabitti, nel 1639.
  • Chiesa Maria SS. del Lume E’ la matrice del rito latino.
    La costruzione risale al 1604. Il prospetto principale è bello e maestoso, adornato da tre nicchie con le statue di S. Pietro, S. Paolo e S. Michele Arcangelo. La chiesa è stata disegnata da Francesco Ferrigno da Palermo. La torre con il campanile sono state costruiti nel1751, e abbelliti nel Novecento. Il tempio è a tre navate con dodici colonne a due blocchi, gli altari laterali sono adornati con pitture di grande valore artistico attribuite allo Zoppo di Gangi e alla scuola del Novelli. La volta è decorata da affreschi raffigurati i dodici apostoli, i quattro evengelisti e i Profeti, mentre nell’abside troneggia il Cristo, realizzato dal Valenti. Le facciate laterali sono in pietra viva. All’interno della Chiesa sono custoditi numerosi quadri tra i quali: S. Giuseppe (Patania), San Pasquale (Meli), il Martirio di S. Biagio ecc.
  • Chiesa Maria SS. del Carmelo
    Inizialmente era dedicata alla Santissima Annunziata, passò poi il 12 nov. 1561 ai Padri Carmelitani, i quali la tennero per circa un secolo, fino alla loro partenza. La chiesa può essere considerata il primo luogo di culto di rito latino, anche se si ha notizia che nel 1553, gli stessi fedeli, utilizzavano la chiesa del castello per amministrare i sacramenti.
  1. Antonio

si trova fuori paese. I palazzesi vi si recano durante la quindicina dedicata all’omonimo santo. In passato vi si trovava un lazzareto ed una cappella dedicata a S. Rocco. Di tale cappella rimane un dipinto raffigurante S. Rocco custodito nella chiesa del lume di autore ignoto.

  • Santuario Madonna delle Grazie
    Domina gran parte del Fiume Sosio In questa oasi di pace terrena la Madre di Dio indicò cinque secoli addietro, ad una giovane contadina, il luogo dove si trovava sepolta una sua immagine dipinta su pietra.
    Al ritrovamento seguì un lungo ed assiduo pellegrinaggio di tutte le popolazioni dei territori limitrofi, che andava via via moltiplicandosi man mano che la Santa Vergine spargeva grazie e miracoli”.
  • Palazzo Dara è la sede del comune e della scuola media; è di origine Settecentesco, presenta un arco di entrata e passaggio coperto, dal quale si accede allo scalone e corte interna adornata da una fontana.
  • Palazzo Mancuso è ubicato nella piazza principale del paese; nonostante la limitata altezza, mantiene ancora nel prospetto le mensole scolpite di sostegno in legno ai balconi.
  • Riserva Orientata della Valle del Sosio
  • Pietra di Salomone, Rocca di S. Benedetto, Rupe di S. Calogero, che costituiscono una formazione geologica risalente ad un particolare momento del Paleozoico (Permiano).
  • La “pietra dei saraceni”, utilizzata come avamposto militare nel periodo bizantino, è caratterizzata da una scala incisa sulla roccia e da un pozzo molto profondo; la rupe ha un’altezza di trenta metri.
  • La montagna delle Rose (1436 m. s.l.m.), l’antico “Gonius”, denominazione assunta e coniata da Aristotele per il fatto che i fiori di vario colore emanavano odori particolari, la cui più singolare presenza è rappresentata dalla “Paeonia Mascula Rusii” che la gente del posto chiama volgarmente rosa di S. Rosalia, per via della grotta della santuzza trovata in quell’area.

TRADIZIONE E FESTE RELIGIOSE A PALAZZO ADRIANO:

  • Epifania
  • Giuseppe
  • Pasqua
  • 1° Maggio
  • Giovanni Battista
  • 31 luglio-1 agosto
  • Madonna Assunta
  • Giuseppe.
  • Martino
  • Nicola