La chiesa, di rito greco-bizantino, è collocata su di un colle a circa un chilometro dal paese. Nel 1550 era una semplice cappella rurale, mentre l’edificio attuale venne edificato prima del 1566. La leggenda tramanda, che la Cappella, venne costruita in seguito all’apparizione della Madonna ad una bambina di circa sette anni, alla quale la Madre di Dio aveva indicato il posto in cui, scavando, si sarebbe trovata una sua immagine. Venne alla luce una grossa pietra, che raffigurava la Madonna delle Grazie, tra i santi Giovanni Battista e San Calogero, conservata attualmente nell’abside della Chiesa. I palazzesi tentarono di portarla in paese, trainata da buoi, ma invano, gli animali non si spostarono dal luogo della scoperta, e così al posto della cappella venne costruita l’attuale chiesa.
Tra gli anni 1747 e 1778 la Chiesa è stata arricchita con stucchi, statue, e decorazioni rococò, preziose suppellettili e opere di grande valore artistico, oggi purtroppo in parte irreperibili e scomparse.
Negli anni sono stati necessari diversi interventi di ripristino e restauro. Nel 2012 sono state realizzate le icone nell’abside, a cura dell’iconografa greca Maria Koliva, che hanno conferito luminosità e sfarzo alla Chiesa.
In una nicchia è posizionata una cappelletta dedicata a Santo Liberante o S. Eleuterio, un venerato vescovo e martire illirico del II° secolo, meta di numerosissimi fedeli anche dai paesi vicini. È invocato per liberare da tutti gli affanni, i dolori e le preoccupazioni. Era in uso, prima di chiedere la grazia, mettere un sasso dentro la nicchia, chi sarebbe arrivato dopo lo avrebbe tolto e così si sarebbe avverata la grazia richiesta.
Nel Piazzale antistante si trova la chiesetta di S. Anna, venerata dalle donne partorienti. Venne restaurata nel 1964 ad opera dei coniugi Giorgio e Vanda Crisci.