“L’itinerario delle Rose” inizia dalla Piazza Umberto I° del borgo antico di Palazzo Adriano. Si procede per la Via XX Settembre, fino a raggiunge l’antico Lavatoio comunale. Dal Lavatoio, salendo a monte, si raggiunge la Reggia Trazzera RT540. Continuando si raggiunge un punto Panoramico, la Croce dell’Amore Misericordioso, luogo ideale per una sosta. Continuando ancora si incrocia la RT81 in c.da Dragotte; percorrendola si raggiunge la Fontana Dragotte, ideale per dissetarsi e prendere fiato.
Ritornando sulla la RT 81, si trova, poco dopo, sulla destra una strada sterrata, che porta alle falde della Montagna delle Rose, proseguendo ancora si attraversa Valle Grande e ancora Valle Piccola. Costeggiando le falde di Monte Scuro si incontrano antichi ovili e una vecchia Masseria, vicino un abbeveratoio di forma circolare. Dalla masseria, un sentiero, ci porta in alto fino alla cresta del monte Pizzo S.Filippo, per poi proseguire a destra verso le cime più alte di Monte delle Rose (1436 mt).
La Montagna delle Rose secondo leggenda, prende il nome dalla Paeonia mascula L. volgarmente chiamata Rosa peonia. Questa specie cresce spontaneamente proprio in questo promontorio, si narra, che le rose, siano fiorite al passaggio di Santa Rosalia, figlia del nobile Sinibaldi, signore della Quisquina e del Monte delle Rose. Possibilmente il toponimo ha origine dalla presenza di numerose specie di rose selvatiche presenti nello stesso monte. L’itinerario prosegue fino al Piano della Fiera, e poi fino alla Croce dei Greci, luogo di culto degli Albanesi di Palazzo Adriano. Qui, da più di 600 anni, all’alba del 1 Agosto si riuniscono, rivolti verso Est, per intonare il canto dell’esule O e bukurà Morè. Canto che ricorda la loro terra d’origine: l’Albania. Dalla Croce si scende di quota tramite una mulattiera, che porta fino alla strada carrabile di mezza montagna per proseguire in direzione ovest verso la Cappella di S. Calogero dei Greci sulla RT151, da lì a breve si raggiunge la SR15 per poi arrivare al punto di partenza in Piazza Umberto I°.